Per fare il gras pistà (grasso pestato) serve dell’ottimo lardo, bianco perlaceo, che, una volta eliminata la cotenna, viene battuto al coltello con aggiunta di prezzemolo e aglio. L’impasto finale si presenta come una crema consistente e non molto omogenea di colore bianco puntinato di verde. Emana un profumo assai accattivante, esaltato se spalmato su cibi caldi. In bocca è avvolgente e risulta inizialmente salato, poi dolce con leggera nota amara con finale leggermente agliato.
È confezionato durante tutto l’anno, ma è maggiormente consumato durante l’autunno e l’inverno essendo molto nutriente.
Nel mantovano è antichissima la tradizione norcina e il gras pistà è stato per lungo tempo l’unico apporto non vegetale al regime alimentare povero di grassi e proteine animali delle classi meno abbienti. Il “toc toc” del coltello sul tagliere era una “musica” che echeggiava nelle corti contadine della pianura mantovana. Un trucco delle massaie, per facilitare l’operazione, era scaldare un poco la lama del coltello.